ROMA – Ad una svolta l’inchiesta scaturita dalla denuncia per stalking e lesioni presentata dalla giornalista Dania Mondini contro 5 suoi colleghi della redazione del Tg1. La Procura Generale di Roma, dopo aver avocato le indagini, censurando di fatto la Procura presso il Tribunale, e dopo accurati accertamenti condotti dalla Digos, ha infatti concluso le indagini preliminari nei confronti di sei dirigenti Rai, che adesso rischiano il rinvio a giudizio con l’accusa di “stalking, lesioni e tentativo di violenza privata, in concorso tra loro, ai danni della giornalista Rai, Dania Mondini”.
La Procura ordinaria di Roma aveva deciso di archiviare il caso, ma il Procuratore Generale Antonio Mura di sua spontanea iniziativa, ritenendo che vi fossero elementi per poter continuare ad indagare, con un atto più unico che raro, ha di fatto sottratto l’inchiesta al Pm.
La conclusione delle indagini preliminari, condotte dai sostituti Procuratori Generali Marcello Monteleone e Francesco Piantoni ha, quindi, dato ragione al motivo dell’avocazione contestando agli indagati gravi ipotesi di reato. I fatti incriminati si risalgono al 2018 ma, secondo le indagini, sarebbero proseguiti fino al 2021.
I legali di Dania Mondini, Francesco Falvo d’Urso, Ruggero Panzeri e Irma Conti, supportati dalla consulenza criminologica di Claudio Loiodice, sono perentori: «Se un’affermata giornalista, che lavora da 28 anni nell’azienda del Servizio Pubblico Radiotelevisivo, senza aver mai avuto contenziosi con essa, si è vista costretta a rivolgersi alla Procura per denunciare vessazioni sul luogo di lavoro, ci si deve necessariamente porre qualche domanda».
Gli avvocati incalzano: «Non vogliamo entrare nel merito di quanto accaduto a Dania Mondini, giornalista del Tg1 e all’epoca dei fatti conduttrice di tutte le edizioni del mattino, perché sui reati che secondo la Procura Generale di Roma avrebbe subito l’iter giudiziario è ancora in corso. Sappiamo, però, che prima di rivolgersi a noi e sporgere denuncia contro i suoi dirigenti, prima di finire ben tre volte in pronto soccorso, inviata dall’infermeria Rai, per mesi ha chiesto aiuto, inutilmente, all’allora Cdr del Tg1, al Sindacato dei giornalisti Rai, alla Commissione Etica e perfino all’ufficio del personale Rai. Non l’ha fatto neanche da sola, ma supportata dalla testimonianza di diverse colleghe. Tutte donne, forse non a caso. A cosa servono allora gli sportelli anti-mobbing? Perché invitiamo le donne a chiedere aiuto se poi non si supportano, costringendole a seguire dolorose vie giudiziarie?».
E per chiarire ancora meglio la posizione della propria assistita i legali sottolineano quella che sarà la loro linea di difesa: «Si continua a propinare la misera versione che tutto questo sia stato un “capriccio”, dicendo che Dania Mondini si rifiutava di stare in stanza con un elemento maleodorante. Ecco, questa è delegittimazione, il tentativo di discredito: far decadere la credibilità della vittima».
Per i consulenti che difendono la giornalista non ci sono dubbi: «È accertato stalking!». E lo spiegano citando fonti del diritto. Secondo la Cassazione «…le condotte vessatorie del datore integrano il reato di stalking cosiddetto occupazionale, ex art. 612 bis c.p., ogni qual volta creino nel lavoratore che lo subisce, uno stato di ansia, ovvero di paura per la propria incolumità, o ancora costringano lo stesso ad alterare le abitudini di vita…».
Impone una riflessione importante la parte finale della dichiarazione resa dai legali di Mondini: «Non ricordiamoci delle donne vittime di violenze solo in modo ipocrita, inaugurando panchine rosse e assumendo ridicole posizioni pseudo satiriche, che non fanno certo onore alla categoria».
«Un caso – afferma la Figec Cisal, Federazione Italiana Giornalismo Comunicazione, esprimendo piena solidarietà alla collega Dania Mondini – che evidenzia, ancora una volta, quanto sia importante la presenza attiva del sindacato al fianco dei colleghi e nei luoghi di lavoro. Affinché – sottolinea il nuovo sindacato dei giornalisti e di tutti gli operatori dell’informazione, della comunicazione, dei media, dell’editoria, dell’arte e della cultura – nessuno possa sentirsi isolato o escluso. Per sostenere e incoraggiare chi si sente in difficoltà ad avere fiducia e non paura». (giornalistitalia.it)