ROMA – Dal 1° gennaio 2023 pagare in ritardo un debito o non rispettare con puntualità una scadenza costerà molto più salato: il tasso d’interesse legale tornerà addirittura sui livelli di ben 25 anni fa, passando dall’attuale 1,25% in ragione di anno al 5% in ragione di anno.
Lo ha stabilito un decreto del ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, del 13 dicembre 2022, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 292 del 15 dicembre scorso.
Pertanto, per evitare brutte sorprese occorre fare molta attenzione con i pagamenti e rispettare puntualmente le scadenze di mutui, affitti, prestiti, cambiali, rate, quote condominiali, contributi previdenziali, tasse, sanzioni, multe, ecc. per evitare l’aggiunta dell’interesse legale. Si tratta di un aumento considerevole rispetto agli ultimi anni, come emerge da questo raffronto. Il saggio d’interesse legale, previsto dall’art. 1284 del codice civile, ammontava, infatti al:
• 5% dal 19.04.1942 al 15.12.1990
• 10% dal 16.12.1990 al 31.12.1996
• 5% dall’1.1.1997 al 31.12.1998
• 2,5% dall’1.1.1999 al 31.12.2000
• 3,5% dall’1.1.2001 al 31.12.2001
• 3% dall’1.1.2002 al 31.12.2003
• 2,5% dall’1.1.2004 al 31.12.2007
• 3% dall’1.1.2008 al 31.12.2009
• 1% dall’1.1.2010 al 31.12.2010
• 1,5% dall’1.1.2011 al 31.12.2011
• 2,5% dall’1.1.2012 al 31.12.2013
• 1% dall’1.1.2014 al 31.12.2014
• 0,5% dall’1.1.2015 al 31.12.2015
• 0,2% dall’1.1.2016 al 31.12.2016
• 0,1% dall’1.1.2017 al 31.12.2017
• 0,3% dall’1.1.2018 al 31.12.2018
• 0,8% dall’1.1.2019 al 31.12.2019
• 0,05% dall’1.1.2020 al 31.12.2020
• 0,01% dall’1.1.2021 al 31.12.2021
• 1,25% dall’1.1.2022 al 31.12.2022
• 5% dall’1.1.2023 fino al giorno di versamento compreso. (giornalistitalia.it)
Pierluigi Roesler Franz