ROMA – Oltre tre ore di conferenza stampa del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che oggi, in un’affollatissima aula dei gruppi parlamentari della Camera dei Deputati, ha risposto alle domande di tutti i 42 giornalisti sorteggiati dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti e dall’Associazione Stampa Parlamentare alla presenza, tra gli altri, dei rappresentanti del Cnog, dell’Inpgi, della Casagit e della Figec Cisal.
Quindi, alla luce della “notizia del giorno” del ritorno sui social di Chiara Ferragni dopo i 16 giorni di assenza per il caso Balocco, «alla donna e alla giornalista», Carlo Parisi ha chiesto a Giorgia Meloni «in una società sempre più condizionata dagli influencer e dall’intelligenza artificiale, che rendono labile il confine tra il concreto e l’effimero, quanto è importante tutelare e incentivare l’informazione professionale di qualità?».
«Lo considero oggettivamente molto importante – ha esordito il Presidente del Consiglio – e lo considero utile a tutti. Credo che il combinato disposto tra l’impatto dell’intelligenza artificiale e quello dei social media, come siamo abituati a conoscerlo, rischiano di avere un impatto negativo in termini di livello di approfondimento culturale, soprattutto sulle giovani generazioni. Ed è quello che mi spaventa di più. Quindi, tutto quello che da questo punto di vista si può fare sono disposta a farlo. Credo sempre, però, che chiunque ha delle responsabilità – e qui noi siamo tutte persone che hanno delle responsabilità – debba lavorare per esercitare al meglio quella responsabilità. Una parte di lavoro, un pezzetto di questo lavoro, dipende infatti da ciascuno di noi».
Nello specifico, Giorgia Meloni ha ricordato che le «norme e tutto quello che riguarda la politica, chiaramente è soprattutto competenza nostra», ma «la deontologia impone di dimostrare che è più utile informarsi su un quotidiano che sui social, perché c’è un lavoro che viene fatto con estrema serietà». E questo dipende dai giornalisti.
«Ho detto una cosa di una banalità totale – ha evidenziato Giorgia Meloni – che, tra l’altro, dovrebbe avere qualcosa a che fare con il mondo operaio. Invece loro se la sono presa ritenendo che attaccassi Chiara Ferragni, riguardo la quale c’era un evidente riferimento, ma che non ho mai citato personalmente. Sembrava, invece, che avessi attaccato Che Guevara. Vabbè, il mondo cambia e il caso è stato creato da questo».
«Da parte mia non c’era volontà di attaccare alcuno; ponevo un fatto di valore sul chi davvero fa l’eccellenza italiana. Dopodiché sicuramente c’è, invece, su tutto il resto una questione che questa vicenda mi ha fatto balzare agli occhi ed è il tema della trasparenza sulla beneficienza. Un tema sul quale bisogna lavorare perché altrimenti si rischia che il caso singolo possa impattare su una cosa fondamentale che è, appunto, la beneficienza».
Il riferimento del Presidente del Consiglio è, ovviamente, relativo alla beneficienza che serve a gonfiare i cachet degli influencer e al “caso pandoro Balocco” che ha coinvolto la Ferragni sulla beneficenza promessa all’ospedale Regina Margherita di Torino.
«Allora – ha concluso Giorgia Meloni – forse serve semplicemente capire quali siano oggi le regole di trasparenza ed eventualmente immaginarne di migliori. Questo può essere utile per tutti ed è una cosa sulla quale sto ragionando». (giornalistitalia.it)
IL VIDEO INTEGRALE DELLA CONFERENZA STAMPA
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