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Pensioni giornalisti: risolto il giallo sulla stangata

ROMA – Una settimana fa alcuni giornalisti in pensione hanno casualmente scoperto, dall’esame della propria posizione previdenziale sul sito online MyINPS accessibile tramite SPID, che nel loro cedolino in pagamento in banca o alla posta da giovedì 2 novembre era in arrivo un’imprevista stangata fiscale che non era stata preannunciata dall’INPS.
La Figec Cisal ne ha dato per prima notizia su Giornalistitalia.it chiedendo spiegazioni all’ente previdenziale di Stato. Subito dopo la mezzanotte scorsa e poco prima del ritorno all’ora solare l’INPS ha inviato con PEC a tutti i giornalisti italiani in pensione la copia del cedolino della rata di novembre prossimo. Molti colleghi che ne erano ancora ignari hanno avuto, così, l’amara sorpresa della pesante trattenuta IRPEF non preventivamente segnalata dall’INPS almeno un paio di mesi fa, che è stata “mascherata” da un quasi incomprensibile e insufficiente comunicato in perfetto burocratese in calce al cedolino stesso, forse finalizzato a non ammettere l’errore: «Si comunica che il Casellario Centrale dei Pensionati ha provveduto a calcolare le ritenute fiscali per l’anno 2023 tenendo conto dei Suoi trattamenti pensionistici e delle detrazioni da Lei richieste. In attuazione a quanto disposto dall’art. 23, comma 3, del d.P.R. n. 600/1973 l’eventuale conguaglio a debito sarà recuperato a partire dalla rata di pensione in pagamento a novembre 2023 fino a dicembre 2023. Qualora il rateo di pensione mensile non sia sufficientemente capiente per il recupero integrale del suddetto conguaglio si procederà al recupero del residuo debito fino al definitivo saldo».
Dopo complicatissimi calcoli siamo, comunque, finalmente riusciti a chiarire questo appassionante “giallo” che da una settimana stava angosciando anziani colleghi di tutta Italia. Per la soluzione del “caso” si è reso necessario tradurre in italiano la richiamata norma dell’art. 23 del DPR 600 del 1973 (che ad ogni buon conto si riporta in fondo qui di seguito nel suo testo integrale).
Vi spieghiamo ora cosa è successo.
Innanzitutto, la differenza d’imposta non riguarda affatto i redditi dell’anno 2022, come qualcuno all’INPS aveva indicato, ma esclusivamente i redditi da una o più pensioni incassate nel 2023. Ed è dovuta semplicemente ad un’erronea ed insufficiente trattenuta fiscale IRPEF sui cedolini delle pensioni INPS dei giornalisti già incassate da gennaio ad ottobre 2023 compreso.
Il “pasticcio” non è, quindi, assolutamente addebitabile ai giornalisti in pensione che sono dei “sostituiti d’imposta”, ma ai sistemi informatici dell’INPS che agisce come “sostituto d’imposta”. È stato, infatti, erroneamente addirittura ridotto – anziché essere incrementato – l’importo della trattenuta IRPEF rispetto al 2022 nonostante, dal gennaio 2023, il trattamento di quiescenza imponibile fosse, invece, aumentato grazie alla rivalutazione delle pensioni avvenuto dopo anni di blocco.

Carlo Parisi, Elena Polidori e Daniela Stigliano

Aumentato anche se, contestualmente, in parte anche diminuito dal “prelievo forzoso” del 6% sulle pensioni (ma persino sulle buste paga dei giornalisti in attività da ottobre a dicembre 2023, ndr) convalidato, nel giugno 2022, dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e pagato nella misura del 2% per i tre mesi di gennaio, febbraio e marzo per effetto dell’assurda applicazione di una delibera del giugno 2021 del Consiglio di amministrazione INPGI approvata nonostante il voto contrario dei consiglieri di amministrazione di opposizione Carlo Parisi, Elena Polidori e Daniela Stigliano.
A questa erronea ed insufficiente trattenuta mensile, ridotta d’ufficio senza alcun perché, si è aggiunta poi in modo determinante anche la mancata detrazione dai cedolini delle pensioni dell’importo del contributo Casagit del 2023 che è totalmente deducibile dall’imponibile IRPEF nella prossima denuncia dei redditi da presentare a maggio-giugno 2024. Fino a tutto il 2022 questo contributo per le spese sanitarie veniva pagato direttamente alla CASAGIT mediante una trattenuta sulla pensione dei giornalisti effettuata dall’INPGI 1 fino al 30 giugno 2022 (e nei circa 40 anni precedenti) e dall’INPS dal 1° luglio 2022 al 31 dicembre 2022.
Da quest’anno, invece, l’INPS non l’ha più effettuata e i giornalisti in pensione hanno dovuto corrispondere il contributo mensilmente tramite RID o bonifico bancario/postale sin dal gennaio 2023 in 12 rate mensili già comprensive della tredicesima.
Inoltre, va aggiunto all’imponibile della pensione INPS ex INPGI 1 quello di altre eventuali pensioni percepite dallo stesso pensionato come, ad esempio, INPS per il mancato riscatto del praticantato giornalistico oppure INPS 2, INPGI 2, Cassa Forense, Inarcassa o altre Casse previdenziali privatizzate, ecc. Tutte queste pensioni fanno coacervo tra loro. Vanno, quindi, sommati tutti gli imponibili incassati e ricalcolata l’imposta IRPEF in gran parte dei casi con un’aliquota fiscale più alta di quella sinora già corrisposta, ma anch’essa insufficiente, seguendo questa tabellina a scaglioni di reddito imponibile sulle pensioni:
23% fino a 15.000 euro;
25% da 15.000 a 28.000;
35% da 28.000 a 50.000;
43% da 50.000 euro in poi.
In conclusione, risulterebbe esatto l’importo del conguaglio IRPEF della trattenuta fiscale IRPEF effettuato dall’INPS con trattenuta fiscale in una o più rate (in molti casi tre) a partire dal 2 novembre 2023.
Tuttavia, c’è anche una buona notizia: i giornalisti potranno recuperare sulla pensione INPS che sarà incassata ad agosto 2024 circa i due terzi dell’importo ora richiesto. Ma a condizione che venga inclusa nella denuncia dei redditi per l’anno 2023 la copia di tutti e 12 i bonifici che attestino il puntuale pagamento mensile della CASAGIT effettuati nel 2023.
Va, invece, ricordato che per effetto dei cosiddetti “riallineamenti” di aliquota fiscale effettuati dal Casellario centrale delle pensioni il futuro importo mensile della pensione INPS di ogni giornalista dovrebbe ovviamente diminuire.
Infine, manca ancora una risposta a tre importanti interrogativi:
1) perché il conguaglio IRPEF non riguarderebbe tutti i giornalisti in pensione, vedove o vedovi compresi, ma solo una gran parte di essi? Non sarebbe forse ingiustificata e discriminatoria un’eventuale distinzione tra di essi visto che l’errore dell’INPS riguarderebbe tutti?
2) perché l’INPS non ha indicato nel cedolino di novembre 2023 se la trattenuta IRPEF è in una sola rata o in più rate? Da dove si ricava questo dato?
3) perché l’INPS non ha tempestivamente informato tutti gli interessati al pesante conguaglio sin da settembre 2023, inserendo – com’era doveroso – gli esatti conteggi nella posizione di ciascuno visibile online con lo SPID su MyINPS?
Questo comportamento non ha forse leso i diritti di ogni giornalista pensionato interessato al conguaglio per violazione della legge n. 212 del 2000 nel testo aggiornato con le modifiche apportate, da ultimo, dal Decreto-legge 18 ottobre 2023 n. 145 che, a tutela di ogni cittadino, ha istituito lo Statuto del Contribuente e creato in ognuna delle 20 Regioni italiane un Garante presso la Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate al quale ci si può rivolgere gratuitamente con PEC e che è appunto preposto al puntuale rispetto di queste norme?
Per chi non lo sapesse, ad esempio, il Garante del contribuente per il Lazio è il dottor Angelo Gargani (via dei Normanni 5 – 00184 Roma, Tel. 06-93836504-5, E-mail: dr.lazio.garante@agenziaentrate.it; Pec: gargani.garantecontribuentelazio@pec.it.  Per il resto d’Italia consultare il link in basso “Le Direzioni regionali dell’Agenzia delle Entrate”
Al Garante del contribuente, previsto dall’art. 13 della legge n. 212 del 2000, ci si può rivolgere in caso di eventuali violazioni. Si tratta di un organo di mediazione tra i cittadini e l’Amministrazione finanziaria e costituisce un valido strumento di tutela per i cittadini stessi. (giornalistitalia.it)

 Pierluigi Roesler Franz

LEGGI ANCHE:
Lo Statuto del contribuente
Le Direzioni regionali dell’Agenzia delle Entrate

 

Pierluigi Roesler Franz

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