ROMA – «Mi chiamo Filippo Roma e sono nato a Roma nel 1970. Dopo aver frequentato il liceo classico mi sono laureato in Economia. Sono a Le Iene dal 2004 ed è il lavoro che ho fatto più a lungo nella mia vita. Prima di arrivare qui, infatti, ne ho cambiati diversi».
Questo è il Filippo Roma che Carlo Parisi, direttore di Giornalisti Italia e segretario generale della Figec Cisal ha premiato nel corso del “Women for Women against Violence – Camomilla Award”, una straordinaria kermesse dedicata alla rinascita delle donne ferite da una violenza o colpite da un tumore al seno che non smettono mai di combattere, e che da anni ha come sua animatrice principale e instancabile la giornalista Donatella Gimigliano.
Presentato da Arianna Ciampoli e Beppe Convertini, per la regia di Antonio Centomani, la serata di gala diventa ora uno Speciale TV che Rai3 manderà in onda la sera del prossimo 27 ottobre subito dopo le 23.
Premiando Filippo Roma e Nina Palmieri, altra “iena” storica di Mediaset, Carlo Parisi li ha presentati sul palco con grande enfasi: «Sono felice e onorato di consegnare il “Camomilla Award” alle “Iene” Nina Palmieri e Filippo Roma perché le Iene rappresentano uno degli ultimi baluardi del giornalismo d’inchiesta sul quale si dovrebbe, invece, puntare per non accettare le verità apparenti, per affrancarsi dal pensiero unico, per dare voce ai senza voce, per garantire la libertà di stampa unico termometro della democrazia».
Tra le inchieste più importanti di Filippo Roma ricordiamo: I Portaborse in nero (2006-2017), Le firme false del Movimento 5 Stelle a Palermo (2016), per la quale gli è stato assegnato il Premio Mario Francese, La compravendita dei voti degli italiani all’estero (2018), Le false restituzioni dei Parlamentari 5 Stelle (2018), grazie alla quale ha vinto il premio giornalistico Premiolino.
In realtà Filippo Roma ha alle spalle una storia tutta da raccontare.
«Appena laureato, nel 1995, ho iniziato come responsabile della riscossione crediti di una piccola società che vendeva gas. In pratica si trattava di sollecitare i clienti morosi a pagare al più presto. Dopo due anni, ho avuto l’occasione di gestire un impianto di benzina dell’Agip sull’Autostrada del Sole. Ma la vita da gestore non faceva per me. Allora, più per disperazione che per una fondata speranza, decisi di investire un milione di lire in spese postali per inviare a tutti i registi e produttori d’Italia un soggetto cinematografico che avevo scritto insieme al mio compagno di banco del liceo Alessandro Sortino, “iena” storica».
– Come andò a finire? Vi chiederete.
«Ci risposero in tanti – spiega Filippo Roma sul sito ufficiale de Le Iene – ma chi volle incontrarci fu Mario Monicelli. Gli piacque l’idea che gli avevamo mandato ma ci chiese la stesura della sceneggiatura di un altro soggetto. Chiaramente accettammo. Fummo messi sotto contratto da un produttore e lui girò il film. Era un cortometraggio dal titolo “Sempre i soliti” che avrebbe, poi, presentato fuori concorso al Festival del Cinema di Venezia del 1997. Per due anni ho fatto lo sceneggiatore televisivo e cinematografico.
Nel 1999 sono entrato a Radio Capital, emittente del Gruppo Espresso, come autore testi fino diventarne il responsabile del marketing nel 2002. Due anni dopo la chiamata a Le Iene».
– Filippo, ancora un premio alle Iene, che alla fine consacra la vostra indipendenza e la vostra capacità professionale…
«Felicissimo del premio. Rappresenta il riconoscimento di un lavoro fatto di fatica, impegno e dedizione. Un premio che ha tanto più valore in quanto non scontato, se consideriamo che noi delle Iene scontiamo un certo snobismo dal mondo del giornalismo mainstream».
– Cosa c’è dietro un’inchiesta come le tue? Immagino tanto lavoro?
«Dietro le mie inchieste ci sono poche ore di sonno e tante ore di attese e appostamenti, ma anche tanta soddisfazione quando l’inchiesta prende forma».
– Se lo chiedono in molti: Filippo Roma come cronista ha ancora un sogno nel cassetto?
«Si, ho un sogno nel cassetto: fare la iena fino a 80 anni. Sono nel cast da 20 anni e la mattina, quando devo andare a fare un servizio, mi sveglio felice come quando a 12 anni mi svegliavo per andare a giocare a pallone».
L’altra Iena premiata insieme a Filippo Roma è Nina Palmieri. Classe 1976, anche lei “tosta” e determinata come Filippo, del resto da una donna abruzzese cresciuta nella Marsica, giornalista professionista, autrice e conduttrice TV non puoi aspettarti altro. Liceo scientifico, poi una laurea in Storia del cinema nel 2000 all’Università La Sapienza di Roma, ma da qui si trasferisce a Milano per un master in Giornalismo all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Un numero uno anche lei.
Durante gli studi universitari collabora con diverse testate giornalistiche e radiofoniche. Arriva alla TV grazie a uno stage, seguito da una piccola collaborazione, nella redazione di Blu Notte Misteri Italiani che è un po’ anche la realizzazione di un sogno: dice sempre, ancora oggi, – e lo ripete sul sito ufficiale del suo programma a Mediaset – che da grande avrebbe voluto essere Carlo Lucarelli.
In seguito, firma come giornalista dei servizi per Ballarò, come autore/filmaker le tre edizioni di Invisibili – programma sui senzatetto condotto da Marco Berry – e nel frattempo inizia l’avventura dei Viaggi di Nina, docusoap in cinque edizioni dedicata alle donne interamente fatta da lei.
Nei Viaggi, racconta storie di donne molto diverse tra loro: donne lesbiche, donne soldato, donne che hanno scelto di fare le escort, donne quarantenni alle prese con una nuova vita da single. Gira, scrive, è la voce narrante ma, per scelta, non appare mai in video. Bravissima davvero.
Nel frattempo, Nina realizza servizi per Speciale Tg1 e per Le Iene, sempre senza andare mai in video. A fine 2010 un suo caro amico autore la convince che è arrivato il momento di metterci la faccia e le chiede di fare il provino per Sex education show. Nina, che in quel momento è alle prese con la pubblicazione del suo libro “Ragazze che amano ragazze”, edito da Mondadori, accetta la sfida anche se in fondo al suo cuore spera che le dicano: “Come conduttrice non ti vogliamo, ma sei la benvenuta nel team di autori”.
«Per fortuna – riporta il sito del programma – non va come spera e, ad oggi, ha condotto oltre 20 puntate del programma che parla di sesso con gli italiani e attraverso gli italiani senza moralismi e ipocrisie. Nina non è per niente pentita di aver fatto quel provino…».
Che dire di più?
Evviva Le Iene. Evviva il giornalismo investigativo. Evviva la libertà d’espressione. Evviva i premi come questo assegnato a Filippo e Nina che fanno sperare ancora nella professione. (giornalistitalia.it)
Pino Nano
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