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Governo Meloni: i ministri più amati dagli italiani

ROMA – La classifica della fiducia degli italiani ai ministri del Governo Meloni, elaborata dalla “Noto Sondaggi” per il quotidiano “la Repubblica”, certifica consensi in crescita per il ministro Marina Calderone (Lavoro e Politiche sociali) e conferma ai primi posti della classifica Gennaro Sangiuliano (Cultura) e Adolfo Urso (Sviluppo economico). Parola di Antonio Noto.
L’indagine evidenzia che a perdere consensi sono in due, il ministro Raffaele Fitto (Affari europei, politiche di Coesione e Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) al 33% e il ministro Carlo Nordio (Giustizia) al 31%. Il ministro Urso è, invece, il più apprezzato di tutti con il 42%, seguito da Gennaro Sangiuliano al 41%.
La stessa premier Giorgia Meloni – chiarisce Antonio Noto – perde 4 punti di gradimento. Ma solo perché gli italiani si aspettano di più su lavoro, sanità e Pnrr, e quindi paga lei lo scotto di questa delusione.
Per la Noto Sondaggi è, dunque, il ministro dello Sviluppo Economico, Adolfo Urso, a guidare la classifica della fiducia ai componenti del governo, e conquista la prima posizione con il 42%. Segue a distanza di un solo punto percentuale il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano. Medaglia di bronzo, invece, per il capo del Viminale, Matteo Piantedosi (Giustizia) che, pur diminuendo la fiducia di un punto, rimane saldo in terza posizione con il 39%.

Francesco Lollobrigida

Trend negativo, invece, per il ministro Francesco Lollobrigida (Politiche agricole, alimentari e forestali), che in questo mese ha perso ben 4 punti e crolla dal primo al quarto posto. Dal quinto al settimo posto consenso stabile per Giancarlo Giorgetti (Economia e Finanze), Matteo Salvini (Infrastrutture e mobilità sostenibili), Guido Crosetto (Difesa) e Sebastiano Musumeci (Politiche del mare e per il Sud). Tra quelli che perdono maggiore consenso, invece, ci sono anche Raffaele Fitto (in nona posizione con il 33%) e Carlo Nordio (tredicesimo con il 31%), entrambi con una flessione del 4%.
In generale – precisa Antonio Noto – 13 ministri su 24 hanno fatto registrare un decremento del livello di fiducia, per altri 9 il valore è rimasto invariato, mentre sono solo due quelli che hanno aumentato in termini di fiducia: il ministro del Lavoro Marina Calderone e la responsabile del Turismo Daniela Garnero Santachè, registrano entrambe un incremento di due punti e si piazzano rispettivamente  in decima e nona posizione. Un dato per nulla scontato.

Daniela Santanché

La classifica è chiusa dal ministro dello Sport e dei Giovani Andrea Abodi con il 20%, preceduto da Orazio Schillaci (Salute) con il 22% e dal responsabile della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo con il 23%.
Pertanto, il livello medio di fiducia a tutti i componenti del governo è del 31,3%. In particolare – precisa il sondaggio di Antonio Noto – sono 12 i ministri al di sopra di questo valore medio; il rimanente 50% della squadra è al di sotto.
È evidente che la crescita dei consensi e della fiducia esponenziale che gli italiani manifestano sul ministro del lavoro Marina Calderone è strettamente legato alle dinamiche della sua azione politica, e forse soprattutto sulle prese di posizione anche coraggiose sul reddito di cittadinanza. Ma cresce anche la fiducia nel ministro Santanchè.
Proprio nei giorni scorsi il Ministro del lavoro, a margine della presentazione dell’indagine di Save The Children sul lavoro minorile, aveva preannunciato alle agenzie di stampa che sulla riforma del reddito di cittadinanza «siamo a buon punto, quindi credo che avrete notizie presto».

Il ministro del Lavoro Marina Calderone

«Ma – ha spiegato Marina Calderone – già in manovra di bilancio. Abbiamo individuato due percorsi differenti: uno per quanto riguarda gli occupabili e uno per quelle famiglie e soggetti fragili che hanno necessità di un accompagnamento fatto con misure di inclusione sociale. In questo per noi sono prioritari tutti gli interventi per quei nuclei familiari che hanno all’interno dei minori su cui dispieghiamo tutte le nostre energie e azioni perché i genitori non rimangano soli».

Giorgia Meloni

Il dato che pare sia piaciuto molto alla maggioranza degli italiani è che «avremo – ha evidenziato il ministro – una misura di inclusione attiva che serve per sostenere chi ha un nucleo familiare con condizioni di fragilità e poi faremo, speriamo in tempi brevissimi, degli interventi di accompagnamento al lavoro con strumenti di politica attiva per chi ha la possibilità, attraverso anche percorsi di formazione, di entrare nel mondo del lavoro». Come dire? Un ministro deciso a sostenere fino in fondo le fasce più deboli e più indifese del Paese.
I dati sui tanti posti di lavoro disponibili e le difficoltà di trovare lavoratori, aveva aggiunto Marina Calderone intervenendo al X Congresso Confederale della Cisal, che si è concluso con la riconferma di Francesco Cavallaro a Segretario Generale – «inducono a riguardare con attenzione alla formazione per crearne una che sia più rispondente alle esigenze delle imprese e ai fenomeni di transizione del mondo del lavoro in atto».

Marina Calderone e Francesco Cavallaro

Marina Calderone ha, però, spiegato al Corriere della Sera che «le modifiche al Reddito di Cittadinanza non riducono la platea dei beneficiari. Anzi. Tutt’altro. Con le nuove norme la platea si amplia. E aumentano le categorie che ne hanno diritto. Si tratta di interventi frutto di una visione globale, quindi vanno valutati tutti assieme quando saranno ufficiali. L’obiettivo è non escludere nessuno dalle iniziative dello Stato. Che devono, però, mirare non all’assistenza fine a sé stessa, ma a far lavorare il maggior numero possibile di persone». Quanto basta insomma agli italiani per dire «Il ministro mi ha convinto e voto per lei». (giornalistitalia.it)

Pino Nano

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