ROMA – «Il lavoro è centrale nella vita di tutte le persone. Non c’è crescita senza lavoro equo e regolare e senza riportare al lavoro le nostre donne e i nostri uomini lavoratrici e lavoratori. Guardo con grande interesse il vostro percorso. Attendo nei prossimi giorni dal segretario Cavallaro, al Ministero, la sintesi dei vostri lavori congressuali». Lo ha detto, questa mattina, il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Calderone intervenendo nella terza giornata conclusiva del Congresso Confederale della Cisal e portando il saluto del presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
«Credo che come Paese – ha sottolineato – abbiamo la sfida di attuare il nostro Pnrr, per far sì che i percorsi restino nel tempo come ad esempio le infrastrutture efficienti. Poi ci sono le politiche attive per il lavoro. Vanno accompagnate le persone che il lavoro non ce l’hanno».
Il ministro del lavoro è, quindi, entrato nel vivo delle questioni: «Il 70% dei lavoratori è assunto a tempo indeterminato, quindi prima di ragionare sul lavoro precario io invece lavorerei e ragionerei sui tanti posti di lavoro invece stabili che ci sono. C’è un tema, invece, che è legato al fatto che per i lavori c’è necessità sicuramente anche di formazione e di riqualificazione, però per questo abbiamo gli strumenti con un sistema composto da tanti attori che hanno competenze consolidate. Si pensi alla rete degli enti bilaterali dei fondi interprofessionali – ha continuato il ministro del lavoro – che sono delle eccellenze e che sono sicuramente in grado di captare quelle che sono le reali esigenze del mondo del lavoro e dei vari settori anche in termini di bisogni formativi».
A giudizio di Marina Calderone «va risolta la questione dell’integrazione lavorativa delle donne nella nostra società. Punto. Le donne devono avere la dimensione e la scelta. Va dato loro un tempo di conciliazione con i tempi di lavoro. Si recupera il 7% del PIL in più con il recupero della questione femminile nel lavoro. Quindi le mamme saranno accompagnate al lavoro in un contesto che possa essere assolutamente gestibile rispetto a quelli che sono gli impegni familiari. Io guarderei al bisogno di lavoro che c’è in questo momento e guarderei anche al fatto che oggi, prima di fare ragionamenti anche su altri temi come quello dell’emigrazione, ci sarebbe l’importante obiettivo da cogliere di dare a ogni cittadino italiano l’opportunità di lavorare. Il tema su cui punteremo è quello della formazione e della riqualificazione perché il governo non lascerà indietro nessuno che ha bisogno di lavoro».
Poi ancora sui temi sindacali: «Dobbiamo guardare al lavoro nel suo complesso. È importante avere un sindacato in grado di comprendere e interpretare i modelli di cambiamento. Vedo un protagonismo dei corpi sociali intermedi, dobbiamo combattere il lavoro sommerso e quel precariato che non fa crescere la società. Però flessibilità vuol dire altro. Ci sarà sempre come nel caso dei lavori stagionali; personalmente non sono contraria ai lavori a tempo determinato purché siano garantite le tutele».
Ed infine, per il ministro del Lavoro «va favorito il rinnovo dei contratti scaduti da molto tempo. Bisogna riaprire i tavoli di contrattazione per definire le politiche salariali. Mi troverete al vostro fianco per le vicende dei rinnovi contrattuali». (p.l.)
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