ROMA – Lo scrosciante applauso dei 609 delegati del X Congresso Confederale della Cisal ha salutato la conferma all’unanimità di Francesco Cavallaro a Segretario Generale della Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori.
Oggi, a conclusione della terza giornata di lavori al Marriott Park Hotel di Roma, Cavallaro non solo ha incassato il suo quarto mandato alla guida del più importante sindacato autonomo del Paese, ma è riuscito ad ottenere dal Governo e dall’opposizione il riconoscimento e, soprattutto, l’apprezzamento bipartisan per la sua organizzazione sindacale seria, credibile e libera da ogni condizionamento di sorta.
Francesco Cavallaro, 58 anni, calabrese di Melicuccà di Dinami, in provincia di Vibo Valentia, è stato rieletto per acclamazione segretario generale della Cisal, fondata nel 1957, che con 1 milione e 400mila iscritti è la quarta organizzazione sindacale italiana per numero di iscritti, è firmataria di oltre 70 contratti nazionali, conta 107 unioni provinciali e 20 regionali, 49 federazioni di categoria che svolgono attività sui territori ed è l’unico sindacato autonomo con una rappresentatività certificata e significativa che spazia dal privato al pubblico impiego.
Nato il 1° giugno 1964, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine della Calabria dal 27 maggio 2000, è anche promotore e consigliere nazionale della Figec, la Federazione Italiana Giornalismo Editoria Comunicazione che, presentata il 28 luglio scorso, è la 49ª federazione della Cisal.
Una conferma scontata e ampiamente meritata, quella scandita dagli applausi dei delegati che, nei loro interventi, hanno evidenziato il riconoscimento all’uomo che si è sempre battuto «per l’unità sindacale nel pieno rispetto dell’autonomia e della dignità dei lavoratori».
Non a caso, per questo Congresso giunto nel 66° anniversario della fondazione della Cisal, Cavallaro ha scelto lo slogan che tutti e cinque i ministri che si sono succeduti sul palco (Marina Calderone, Francesco Lollobrigida, Matteo Salvini, Gennaro Sangiuliano e Adolfo Urso) e il leader del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, hanno apprezzato e condiviso: “Dignità umana e del lavoro. È l’Italia che vogliamo in Europa come progetto comune”.
Ed ancora – aspetto più rilevante – tutti hanno ricordato che in Italia non esiste solo la vecchia triplice sindacale. Lo ha detto a chiare lettere Salvini (“Non esistono solo Landini e Cgil, Cisl e Uil”) e lo ha ribadito Conte a Cavallaro e alla Cisal dicendosi “convinto che le battaglie le potremo fare assieme”.
Del resto Cavallaro ha fatto degli «irrinunciabili principi di autonomia sindacale e di libertà da ogni condizionamento ideologico», le condizioni essenziali di partecipazione al dialogo sociale della Cisal.
Il nuovo Quadro Dirigente della Cisal espresso dal X Congresso – che, sempre per acclamazione, ha eletto anche il Consiglio Nazionale e i Collegi dei Revisori dei Conti e dei Probiviri – è chiamato ora a fare tesoro del grande riconoscimento ottenuto dal Governo e dalle forze politiche e sociali e dalla straordinaria copertura mediatica che tutti gli organi di informazione nazionale e locale hanno garantito a questa tre giorni che premia il lavoro di Franco Cavallaro e di tutta la sua squadra che, in questi anni, ha lavorato in silenzio sempre al fianco di tutti i lavoratori.
I messaggi di Papa Francesco e del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, poi, imprimono il sigillo ad un sindacato vero e libero, senza pregiudiziali e pregiudizi, controparte e non nemico delle aziende, seriamente impegnato a «portare beneficio ai lavoratori, attraverso la concertazione. Lo sciopero – ha, infatti, ricordato Cavallaro – è l’ultima arma. E chi lo giudica l’unico strumento possibile dovrebbe avere l’onestà di spiegare perché le manifestazioni le organizza solo di sabato, ovvero quando non si lavora. Il sindacato, se ha le palle, le manifestazioni dovrebbe farle nei giorni feriali, quando scioperare significa per i lavoratori vedersi trattenere il giorno d’assenza dalla busta paga». (giornalistitalia.it)