ROMA – «Da troppo tempo per noi giornalisti tira una brutta aria», ha esordito, intervenendo al Congresso della Cisal in corso a Roma, Lorenzo Del Boca, andando dritto al cuore di un problema che il presidente della Figec non ha esitato a definire «un problema di professione, perché le fonti preferiscono parlare direttamente senza la nostra mediazione e perciò scelgono di dare priorità ai social, che offrono quantità a discapito della qualità. Dal canto loro, i giornalisti si sono adattati a questa condizione e accettano di essere declassati al ruolo di portavoci, rinunciando a quello che è stato, per tantissimi anni, il sale della professione».
«Non giova, naturalmente, il fatto che siamo senza contratto da una dozzina di anni. L’unico contratto che aveva prospettive di sviluppo, anche in termini di progressione economica, è stato unilateralmente cancellato e buon per noi che Cisal ci abbia consentito di ripristinarlo».
Questione, quella contrattuale, che «non è da sottovalutare – ha rimarcato Del Boca – perché la libertà è anche nella busta paga: se non si riesce a mettere insieme il pranzo con la cena, si diventa facili prede del ricatto di chi ti invita al ristorante».
«I giornalisti si trovano, quindi, a percorrere una strada lunga e in salita. Da soli sarebbe un’impresa proibitiva, per certi versi velleitaria, ma insieme possiamo farcela», ha chiosato il presidente della Figec, lanciando al segretario generale della Cisal una proposta che ha il valore di un progetto concreto. (g.n.)
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