ROMA – «Compito del sindacato è portare beneficio ai lavoratori, attraverso la concertazione, lo sciopero è l’ultima arma. E poi, perché le manifestazioni si fanno solo il sabato? Perché non si lavora. Il sindacato, se ha le palle, le manifestazioni le dovrebbe fare il lunedì, il martedì, il mercoledì, il giovedì e non il sabato, se davvero ha quel seguito che dice di avere».
Aprendo la sua relazione, al X congresso nazionale in corso a Roma, il segretario generale della Cisal, Francesco Cavallaro, non usa mezzi termini nel sottolineare il ruolo che un sindacato degno di tale nome dovrebbe avere.
«Possiamo anche cominciare a ragionare di salario minimo, – ha incalzato il numero uno della Confederazione sindacale autonoma dei lavoratori nata nel 1957 – ma dobbiamo ricordare che si parla di nove euro lordi: togliamo il 35, 37 percento di tasse, ecco che siamo quasi a un contratto, come qualcuno dice, pirata. Cominciamo, invece, a spostare l’accento sulla contrattazione, seria, diversa moderna».
E ancora: «L’Unione europea si muove all’insegna di alcune fondamentali contraddizioni, dal momento che si fonda su un mercato unico e una moneta unica che impattano, tuttavia, su territori dove permangono rilevanti disomogeneità di regimi fiscali e previdenziali, di modelli di protezione sociale, politiche del lavoro e salari».
Dunque, ha proseguito Cavallaro, «molto ci aspettiamo sul fronte delle norme europee e internazionali, ad esempio per un contrasto efficace al fenomeno del trasferimento all’estero delle sedi sociali dei grandi gruppi industriali e dell’esodo dei pensionati all’estero».
In tema di pensioni il segretario generale della Cisal, nel corso della sua relazione, ha proseguito: «Non mi appassiona il discorso 101, 102, 103 o 104. Il vero problema è che tra non molto, con il sistema retributivo che finisce, ci ritroveremo con un sistema contributivo in cui ci sarà l’abbattimento di circa il 30, 35 percento delle pensioni. Il problema non è l’età pensionabile perché la gente, anche con le stampelle, chiederà di poter continuare a lavorare perché con la sola pensione non riuscirà ad arrivare a fine mese. La necessità è la revisione dei meccanismi di calcolo al fine di garantire assegni pensionistici adeguati e dignitosi».
Infine, i numeri: «Con orgoglio concludo ricordandone alcuni – ha concluso Cavallaro –. La Cisal oggi, per numero di associati e di contratti sottoscritti, è la quarta confederazione sindacale italiana. Siamo firmatari di oltre 70 contratti nazionali sottoscritti dalle federazioni della Cisal, abbiamo 107 unioni provinciali e 20 regionali, una cinquantina di federazioni di categoria che svolgono attività sui territori e siamo l’unica con una rappresentatività certificata e significativa che spazia dal privato al pubblico impiego». (figec.it)