ROMA – Non credevo che, ormai all’età cosiddetta veneranda, sarei stato capace di emozionarmi, come è avvenuto in quella calda mattinata del 28 luglio al Senato, il giorno della presentazione ufficiale della Figec Cisal, il nuovo sindacato dei giornalisti e non solo di essi.
Conclusa per mia scelta la lunga esperienza all’Ordine nazionale non pensavo, avendo iniziato quella che io definisco la mia quarta vita, di impegnarmi in altre attività che non siano quelle relative alle aziende di famiglia e alle proprietà in Calabria e in Umbria. Ma come non credere a Carlo Parisi, al suo entusiasmo, alla passione che da anni mette al servizio della categoria. E con me in questa impresa non facile hanno creduto tantissimi stanchi della ritualità della Fnsi del distacco tra la base dei colleghi e una realtà che ogni giorno ci appare in tutta la sua drammaticità. Eccomi caro segretario, amico di una vita, partendo dal Sud, dalla nostra Reggio Calabria. Non sono facile alle promesse, restio a prendere impegni alla distanza anche perché la corda che ci lega alla vita diventa ogni giorno più corta. Chiediamo al Signore di lasciarci il più a lungo possibile, personalmente di conservarmi la tua amicizia.
Lasciamo da parte il personale e passo ad alcuni modesti suggerimenti che nascono dall’esperienza maturata all’Ordine dei giornalisti soprattutto nel settore della formazione, nella gestione delle commissioni d’esame e nella preparazione delle prove scritte e orali. Oggi la formazione è fondamentale perché una professione così importante non può essere lasciata all’improvvisazione. Certo, l’Ordine dovrà fare la sua parte. Innanzi tutto riorganizzando l’ufficio esami e creando un elenco di colleghi tra i quali scegliere i membri delle commissioni evitando, come è avvenuto spesso, presenze di giornalisti fuori dalla professione da anni e lontani dalle dinamiche che caratterizzano la nuova visione del nostro “mestieraccio”.
Sono stati tanti gli amici che quando hanno appreso della mia adesione alla Figec, non nascondendo la loro sorpresa, hanno espresso la convinzione secondo la quale non ci sarebbe stato bisogno di un altro sindacato. Che cosa avrebbe dovuto fare rispetto alla Fnsi? La mia risposta è stata la seguente: basta fare il contrario di quello che hanno o non hanno fatto loro. (figec.it)
Franco Calabrò
CHI È FRANCO CALABRÒ
Nato a Rieti il 20 ottobre 1941, ma vissuto per tanti anni a Reggio Calabria, prima di stabilirsi definitivamente a Roma, Francesco Calabrò è giornalista iscritto all’Ordine del Lazio dal 1967 come pubblicista e dal 13 novembre 1974 come professionista. Ha iniziato alla Tribuna del Mezzogiorno, finendo la carriera alla Gazzetta del Sud.
Ha lavorato al Corriere Mercantile, Il Giornale di Calabria, Oggisud, Agenzia Ansa, e ha collaborato con Il Giorno e i settimanali Oggi e Panorama e con le rubriche tv Linea diretta e Telefono Giallo.
È autore del libro “Il mestieraccio” (Media&Books editore, pagine 224, euro 16, anche in e-book su Google Play e Amazon Kindle), un racconto palpitante e senza dubbio
coinvolgente su com’è cambiato il lavoro di giornalista e quanto sia difficile, oggi più di ieri, fare questa professione che richiede ancora passione, dedizione e tanti sacrifici.
È promotore e consigliere nazionale della Figec Cisal. (figec.it)