ROMA – In riferimento all’articolo “Figec: un’altra tegola sui pensionati”, pubblicato da Giornalisti Italia il 18 febbraio scorso, oltre ai preoccupati interrogativi ricevuti da numerosi pensionati, riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera con la quale il presidente di Casagit Salute, Gianfranco Giuliani, ci trasmette “alcune opportune e doverose integrazioni”.
Nel rasserenare il presidente della Casagit sul fatto che non esiste alcun “anonimo ispiratore del documento Figec” che, essendo firmato dal sindacato dei giornalisti e di tutti gli operatori dell’informazione e della comunicazione, è tutt’altro che “anonimo”, abbiamo chiesto ai colleghi pensionati Orazio Raffa e Pierluigi Roesler Franz, rispettivamente coordinatore del Gruppo Pensionati e componente della Giunta Esecutiva della Figec, di chiarire ulteriormente gli aspetti evidenziati nella nota spiegando, soprattutto, il nocciolo della questione.
Prendiamo, invece, atto che, purtroppo, il presidente della Casagit nella sua lettera non fa cenno all’interrogativo più preoccupante della vicenda, ovvero la conferma della deducibilità del contributo dall’Irpef. Rischio denunciato fin dall’11 gennaio scorso da Pierluigi Roesler Franz e ribadito il 16 gennaio scorso dal collega Roberto Reale. Dubbio che, dunque, permane. (giornalistitalia.it)
Carlo Parisi
La lettera del presidente Gianfranco Giuliani
Il “costo” di Casagit Salute non è cambiato
Carissimo Direttore, gentile Segretario generale,
approfitto con piacere dell’ospitalità di “Giornalistitalia”, giornale da te diretto, per alcune opportune e doverose integrazioni all’articolo “Figec: Casagit, un’altra tegola sui pensionati” pubblicato nei giorni scorsi e che riporta una nota dell’organizzazione sindacale da te guidata.
Tema: le regole della contribuzione dei giornalisti pensionati a Casagit Salute, entrate in vigore a gennaio.
Come sappiamo entrambi e con noi tutti i colleghi, il cambiamento è stato determinato dal venire meno della trattenuta puntuale del contributo su ogni cedolino di trattamento pensionistico operata prima da Inpgi e, successivamente, da Inps in regime transitorio e limitatamente al secondo semestre 2022.
La svolta non ha modificato il principio generale, sancito dal Contratto nazionale di lavoro giornalistico Fnsi – Fieg, che prevede per i pensionati un criterio di calcolo analogo a quello applicato ai giornalisti attivi: 3,5 per cento del valore lordo annuale delle pensioni percepite. Il “costo” di Casagit Salute, insomma, non è cambiato.
Inevitabilmente inedita è invece la modalità con cui i giornalisti pensionati soci di Casagit Salute versano ora il loro contributo. Non attraverso “bonifico bancario”, come erroneamente riportato nell’articolo, ma con il pagamento di un Mav o con addebito diretto in conto corrente (Sdd) a cadenza trimestrale o, a libera scelta, mensile. Nessuna “tegola” sui pensionati, dunque, ma solo una differente ripartizione, valutata da una specifica commissione, stabilita dal consiglio di amministrazione nello scorso mese di novembre e condivisa dall’Assemblea nazionale dei soci a dicembre. Tutto nella massima trasparenza e condivisione con gli enti della categoria direttamente interessati.
Non corrisponde alla realtà, pertanto, quanto riferito dalla nota Figec Cisal secondo cui il processo decisionale sarebbe avvenuto “a totale insaputa dei giornalisti pensionati”.
Casagit Salute ha inviato due comunicazioni a ciascun iscritto: la prima – preventiva – il 22 giugno, la seconda – con i dettagli operativi – il 22 dicembre dello scorso anno, quest’ultima rilanciata il giorno successivo, con evidenza, anche da “Giornalistitalia”.
Quale sarebbe, allora, il “regalino” confezionato da Casagit Salute? E quali i “tanti, troppi dubbi” da chiarire?
Salutandoti e ringraziando per l’attenzione, mi permetto di ricordare innanzitutto a me stesso che i mesi dell’anno sono dodici e non quattordici o tredici, pregandoti di rammentarlo anche all’anonimo ispiratore del documento Figec, uno dei primi colleghi ad avere optato, fin dalla scorsa estate, per l’addebito in conto corrente con cadenza mensile. (giornalistitalia.it)
Gianfranco Giuliani
Presidente
Casagit Salute
Società Nazionale di Mutuo Soccorso
dei Giornalisti Italiani “Angiolo Berti”
Raffa e Roesler Franz (Figec): “Abbiamo autorizzato le rate non l’importo”
“Ecco dov’è il vantaggio per la Casagit”
Evitiamo fiumi di parole e andiamo direttamente alla notizia. La divergenza di vedute tra la Figec e la Casagit non è incentrata sul numero delle rate mensili, che nel 2023 saranno sempre 12, ma sul loro importo.
Vero è che abbiamo autorizzato la trattenuta mensile della quota, ma non che l’abbiamo data alla diversa ripartizione della stessa decisa, invece, d’imperio dalla Casagit.
In buona sostanza, la Casagit conferma che nel 2023 i giornalisti pensionati dovranno pagare sin da gennaio rate di importo più elevato perché maggiorate di 1/12 della rata relativa alla tredicesima corrisposta dall’Inps a dicembre (ovviamente sulla tredicesima non si pagherà più alcun contributo). Con l’Inpgi i pensionati hanno, invece, sempre pagato la Casagit in 12 rate, delle quali la sesta (a giugno) e la dodicesima (a dicembre) di importo doppio.
Con il passaggio dall’Inpgi all’Inps e la relativa soppressione della quattordicesima mensilità, le rate restano sempre 12, ma quella di importo doppio dovrebbe essere solo la dodicesima in quanto, come già avvenuto nel 2022, la pensione Inps di dicembre è già comprensiva della tredicesima.
Invece, Casagit ha diviso l’importo in parti uguali costringendo il pensionato a pagare mensilmente una quota più elevata che, a seconda dell’importo della pensione, varia da circa 10 a 40 euro. La maggiorazione, moltiplicata per il numero di pensionati iscritti, costituisce il “regalino” alla Casagit che potrà, così, disporre mensilmente di 100-300 mila euro in più.
Ovvio che il risultato finale non cambia per il pensionato, ma in soldoni questo sistema appare più vantaggioso per la Casagit che si fa così anticipare ogni mese una quota sulla tredicesima mensilità.
Nulla osta che i pensionati possano dare l’autorizzazione anche a questo tipo di ripartizione, ma la Casagit ha l’obbligo di chiederla. Si eviti, quindi, di tentare di dare lezioni di qualunque tipo e ci si limiti a chiedere l’autorizzazione a chi regolarmente paga.
Stesso discorso vale per la quota del coniuge non a carico. L’incasso mensile di 75 euro avvantaggia anche in questo caso solo la Casagit. Nel 2022 ha, infatti, incassato 450 euro a giugno dall’Inpgi e 450 euro a dicembre dall’Inps, adesso incassa in anticipo direttamente dal pensionato 75 euro al mese da gennaio a dicembre 2023. (giornalistitalia.it)
Orazio Raffa
Coordinatore Pensionati Figec
Pierluigi Roesler Franz
Giunta Esecutiva Figec
LEGGI ANCHE:
Figec: “Casagit, un’altra tegola sui pensionati”
Casagit: deducibilità, un regalo al Fisco?
Da Inps a Inpgi tra silenzi, beffe e pasticci
Inps non trattiene più Casagit dalla pensione
Casagit, cosa comporta il passaggio all’Inps
Protocollo Rai – UniRai Figec Cisal: monopolio finito. Oggi a Viale Mazzini scritta una pagina…
Giustizia è fatta: assolta Viviana Sammito. Figec Cisal: «Un’odissea durata 11 anni per la sola…
“Rai dipinta come un carrozzone ai soli fini elettorali. Prioritario stabilizzare i precari”. UniRai: “Non…
Rai: quel malvezzo di dileggiare i colleghi. UniRai Figec Cisal segnala il caso del dirigente…
Figec Cisal per gli Uffici Stampa in Sicilia. Soddisfazione per la pre-intesa sul rinnovo del…
Figec Cisal al fianco di Lucia Piemontese. Cronista insultata e minacciata di morte a Manfredonia.…