ROMA – Arriva finalmente una buona notizia attesa da anni dai giornalisti titolari di pensioni ex Inpgi 1 (oggi Inps) dirette e di reversibilità: è ufficiale che, a partire dalla prossima rata in pagamento dal 1° marzo prossimo, l’accredito della rivalutazione monetaria sulle pensioni da parte dell’Inps con gli arretrati di gennaio e febbraio come previsto dalla legge finanziaria 2023 del governo Meloni. È un parziale ristoro della mancata perequazione rispetto al costo della vita. La rivalutazione delle pensioni era rimasta congelata da molto tempo.
Sempre con la stessa rata di marzo sarà, invece, effettuata dall’Inps la terza e ultima trattenuta del 2% prevista da un discutibile delibera adottata, il 23 giugno 2021, dal Consiglio di amministrazione dell’Inpgi (con il voto contrario dei tre consiglieri di opposizione Carlo Parisi, Daniela Stigliano ed Elena Polidori) e convalidata in extremis un anno dopo dal ministero del Lavoro pochi giorni prima del passaggio all’Inps per effetto dell’art. 1, commi da 103 a 108 e da 110 a 118, della legge n. 234 finanziaria del Governo Draghi per il 2022.
Questo complessivo taglio della pensione, pari all’1 per cento per 6 mesi (ma operato, invece, dall’Inps in misura doppia per 3 mesi), sarebbe dovuto inizialmente durare 5 anni, ma l’Avvocatura Generale dello Stato lo ha limitato a soli 6 mesi facendolo scadere contestualmente al passaggio dell’Inpgi 1 nell’Inps il 30 giugno 2022.
Nonostante ciò si tratta, comunque, di un prelievo forzoso di dubbia legittimità perché contrasta apertamente con più di 100 sentenze univoche della Cassazione che hanno bocciato tutti i ricorsi presentati dalle Casse privatizzate di previdenza dei dottori commercialisti e dei ragionieri e periti commerciali perché, in quanto tali, questi enti – come peraltro anche l’ex Inpgi 1 per i giornalisti – non possono deliberare alcun taglio delle pensioni dei loro iscritti perché occorre rispettare alla lettera l’art. 23 della Costituzione. Insomma, per il taglio di una pensione in pagamento è sempre necessaria una precisa norma di legge.
Carlo Parisi, segretario generale della Figec, Federazione Italiana Giornalismo Editoria Comunicazione, il nuovo sindacato dei giornalisti e degli operatori dell’informazione, della comunicazione, dell’editoria, dell’arte e della cultura, federato alla Cisal, ha lanciato un nuovo appello al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, affinché «disponga in autotutela con equità, lungimiranza e buon senso – anche nell’interesse dello stesso Inps per evitargli inutili e costose spese legali – l’immediato rimborso dell’illegittimo contributo straordinario di solidarietà dell’1 per cento per 6 mesi da gennaio a giugno 2002 non solo sulle pensioni dei giornalisti ex Inpgi 1 (ora Inps), ma anche sugli stipendi dei giornalisti lavoratori subordinati in attività di servizio». (figec.it)
Pierluigi Roesler Franz