ROMA – Nonostante siano già trascorsi più di sei mesi dal passaggio per legge dell’Inpgi 1 nell’Inps continuano ancora a registrarsi molti disagi per i giornalisti in pensione soprattutto per la mancanza di tempestive e puntuali informative, come sarebbe stato, invece, quanto meno doveroso.
Nel cedolino del mese di gennaio 2023 è arrivata per tutti una doccia fredda: la duplice sgradita sorpresa sia dell’apparente prelievo forzoso dell’1% sul vitalizio per la durata di 6 mesi (deliberato un anno e mezzo fa dal Cda Inpgi con il solo voto contrario dei consiglieri Carlo Parisi, Elena Polidori e Daniela Stigliano), ma con questa incomprensibile indicazione sul cedolino della pensione: “Contr. Sol. 1% Gen-Giu- 2022”, cioè, tradotto in italiano: “Contributo di Solidarietà dell’1% mensile per 6 mesi da gennaio a giugno 2022”.
Purtroppo, a conti fatti risulta, invece, prelevato a gennaio 2023 il 2% per il primo dei tre bimestri riferiti al semestre gennaio-giugno 2022 e peraltro calcolati con un ulteriore errore – cioè in base ai vitalizi lordi del 2023, e non di un anno fa come deliberato dall’Inpgi – sia della mancata trattenuta dalla pensione del giornalista che ne è titolare del contributo dovuto ogni mese alla Casagit per la sua assistenza medica e farmaceutica, nonché per i ricoveri e gli interventi chirurgici, che da oltre 30 anni era stata, invece, costantemente effettuata dall’Inpgi 1 fino al 30 giugno 2022 e persino dallo stesso Inps dal 1° luglio al 31 dicembre 2022, compresa la tredicesima, con il beneficio della totale deducibilità dall’imposta Irpef e quindi con un notevole risparmio fiscale.
In realtà, però, si tratta, invece, di una morosità assolutamente inesistente, frutto di un banalissimo errore, dal momento che sulle pensioni da luglio 2022 a novembre 2022 l’Inps ha già trattenuto l’importo della pigione senza, però, riversarlo subito alla società Investire SGR che da anni gestisce il Fondo Immobiliare chiuso “Giovanni Amendola” Comparto Unico, possessore delle case ex Inpgi di cui l’Inps detiene oggi il 100% delle quote che ha “ereditato” proprio dall’ente di via Nizza per effetto della legge finanziaria del Governo Draghi per il 2022.
Appare paradossale che l’Inps, che è comunque l’unico vero destinatario di queste pigioni come unico azionista del Fondo “Giovanni Amendola”, le abbia già incassate mediante trattenuta sulle pensioni senza, però, avvisarne la società Investire Sgr! Insomma, si è verificato una sorta di “pasticcio” burocratico all’italiana che ha coinvolto ingiustamente gli incolpevoli giornalisti pensionati, ma che è stato dovuto banalmente solo alla mancata comunicazione dei dati tra l’Inps e la SGR Investire. A partire da dicembre 2022 in poi i pochi pensionati interessati dovranno, comunque, regolarizzare mediante Mav, Rid o bonifico bancario la loro posizione abitativa relativa alla casa presa in affitto. (giornalistitalia.it)
Pierluigi Roesler Franz
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